I’m not a videomaker

David Loom, 2008





Dovendo essere collocato in una categoria in quanto "artista", fuggirei oggi sicuramente quella di videomaker.

Rimanda inevitabilmente ad un modus operandi che personalmente non trovo più particolarmente interessante.


Trovo invece stimolante, ricercare nel campo dell'arte contemporanea un azzeramento

dei moderni mezzi di espressione artistica, in alcuni casi considerati impropriamente "tecnologici".

Desidero sempre partire dalla disarmante semplicità del significato del verbo latino video (vedere)

o dall'altrettanto semplice quanto illuminante etimologia della parola cinematografia (scrittura del movimento).


Da qui si originano due fondamentali propositi personali:


I    tentare di produrre un immaginario visivo distante dal generico concetto di cinematografia e dall'estetica “video” dominante.

II   estendere il gesto creativo ben oltre la produzione dell'immagine stessa.


La mia ideale idea di “opera d’arte visiva” non consiste quindi nella sola creazione di materiale visivo;

le componenti visuali, scenografiche, acustiche e musicali dell’opera stessa

devono necessariamente scaturire da una sola ed unica mente.


Inoltre, la costruzione di un oggetto/dispositivo, concettualmente fondamentale alla totale fruizione dell'opera,

dovrebbe completare l'opera stessa, rendendola unica e visivamente non replicabile in modalità diverse.


Riassumendo, “fare arte visiva” rappresenta per me una scelta espressiva necessariamente totalizzante,

espressione di un "fare" inteso nel senso più ampio del termine, oltre ogni ruolo e definizione tecnico-formale.


Si potrebbe infine metaforizzare il concetto sottolineando che non mi riferisco ad un pittore che completa le proprie opere

con preziose cornici di propria fattura, ma piuttosto ad un pittore che tenta di tessere la propria tela,

dipingendola con pennelli da lui costruiti, utilizzando colori preparati con personali ricette;


o in ultima istanza ad un musicista che disegna e costruisce il proprio strumento con materie prime da lui personalmente scelte,

e che suonerà solo dopo averne assimilato la tecnica esecutiva e le possibilità espressive.































David Loom, 2008





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